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lunedì 5 novembre 2012

MENO SOLDATI PIU' COOPERAZIONE, PAROLA DI MARIO MONTI

La visita di Mario Monti a Kabul passerà alla storia per essere quella del “meno soldati più cooperazione”. Ma a ben vedere non è proprio andata così. Intanto il premier ha messo l'accento sulla “cooperazione economica” e assai meno su quella allo sviluppo. Si dirà che anche quella aiuta l'Afghanistan. Si può rispondere che per mettere gli occhi sulle miniere (se si esclude il marmo di Herat) siamo comunque un po' in ritardo. Dopo la Cina adesso è la volta dell'India. L'Italia pare sia impegnata per ora solo nel campo delle infrastrutture. Comunque, se son rose fioriranno, magari anche per la cooperazione allo sviluppo che, al momento, vale il 5% della spesa pubblica italiana in Afghanistan (che per il 95% è militare).

Meno militari si diceva. Ma come, dove, quando Monti non lo dice. Di Paola neppure. Il 2014 è l'anno del cambio, va bene, ma vorremmo sapere un calendario e se è vero che andiamo verso “meno soldati più cooperazione”. Intanto, se la forma è anche sostanza, Monti non poteva scegliere giornata più adatta per questo slogan: il 4 novembre, giornata delle Forze armate e alla vigilia di un voto parlamentare sulla legge delega firmata da Di Paola che riforma le FfAa senza riformarle. E ancora: non è gentile andare nel Paese ospitante e, per prima cosa, far visita ai propri soldati e solo dopo al presidente (Karzai). Si dirà: fan tutti così, dagli americani ai tedeschi. Si risponderà che sbagliano e che queste cose agli afgani non piacciono (come non piacerebbero a noi).

Non a caso Karzai ha colto l'occasione, durante la conferenza stampa congiunta, per prendersela con la Camera bassa del suo parlamento (che non controlla) che ha scelto di avere due stranieri nella Commissione elettorale di vigilanza per le prossime elezioni. Ha tirato in ballo la sovranità nazionale anche se, in questo caso, con un richiamo vagamente peloso.

Nello stesso giorno c'era invece una buona notizia che faceva da contraltare a un pessimo annuncio di cui non mi pare si sia occupata la vigile stampa del nostro Paese: la buona notizia è che alcuni membri della Camera bassa hanno rispedito al mittente la proposta di Ismail Khan, vecchio signore della guerra e oggi ministro dell'Energia, per la nascita di un Consiglio dei mujaheddin, composto dalle vecchie glorie dell'era sovietica, leggi tutti gli altri compari di merende di quella che da lotta di liberazione si tramutò in guerra civile, spalancando le porte dell'Afghanistan alla reazione talebana. Una sorta di pericolosa riedizione dell'Alleanza del Nord di cui Ismail Khan ha già parlato con Karzai e con altri ex mujaheddin. Davvero una pessima notizia

http://www.famigliacristiana.it/volontariato/organizzazioni/articolo/cari-senatori-pensateci-bene.aspx http://www.pajhwok.com/en/subscription-required?destination=node%2F190536 http://outlookafghanistan.net/latest.php?post_id=5816

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