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giovedì 8 novembre 2012

OBAMA E ROMNEY VISTI DA KABUL

Obama o Romney per gli afgani non fa molta differenza anche se tra i due è meglio il presidente americano riconfermato al suo seocndo mandato nelle elezioni del 6 novembre

La prima preoccupazione

degli afgani, in fatto di vicende elettorali, è stata in questi mesi la data delle consultazioni presidenziali nazionali e la domanda su chi saranno i candidati in corsa per sostituire Hamid Karzai, al termine del suo secondo mandato e cui la Costituzione vieta di ricandidarsi. Sciolto il primo nodo (la data è stata annunciata per aprile 2014) resta il secondo, che difficilmente si scioglierà a breve e con facilità. Non di meno, anche grazie a giornali, radio e soprattutto Tv – una novità nata nel dopo 2001 in un Paese dove media vecchi e nuovi si sono guadagnati uno spazio e un'attenzione di tutto rispetto – le elezioni americane non sono passate inosservate. Gli Stati uniti sono il primo partner dell'Afghanistan sotto diversi aspetti: in termini militari (circa 70mila soldati) ed economici, da poco ribaditi in un accordo che vincola i due Paesi a una stretta collaborazione oltre il 2014, data fissata per il ritiro dei contingenti militari. Dire quanto il dibattito tra i due candidati sia penetrato in profondità nella testa degli afgani è difficile da valutare, tenuto conto anche del fatto che esistono per molti una barriera linguistica e un gap tecnologico che impediscono un'analisi approfondita nel web. Inoltre la percezione in generale della nebulosa Stati uniti, resta viziata dal coinvolgimento di Washington in una guerra che dura da oltre dieci anni con le inevitabili ombre che accompagnano un conflitto tanto lungo. Il dato comunque certo è che gli afgani pensano agli Stati uniti come al maggior attore occidentale nella politica afgana e dunque un cambio o una riconferma del loro presidente non possono passare inosservati...

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