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sabato 9 marzo 2013

BRENNAN, PETRAEUS E LE OMBRE DELLA CIA

La vittoria di Obama nel far passare al Senato la nomina alla Cia di John Brennan, il successore a Langley del generale David Petraeus, è accompagnata da ombre pesanti. E non tanto per il boicottaggio repubblicano che, come nel caso del titolare della Difesa Chuck Hagel, è stato in realtà una battaglia più contro Obama che contro le due nomine (anche se Hagel è indigesto al Grand Old Party che lo considera un traditore). Il fatto è che lo scambio Petraeus-Brennan somma le polemiche sui droni, fiore all'occhiello del pupillo di Obama, all'inchiesta che The Guardian e la Bbc hanno appena pubblicato sui lati più oscuri della guerra in Irak: torture e illegalità con la certezza che Petraeus sapeva.

Quanto a Brennan, i repubblicani hanno fatto ostruzionismo per ore dibattendo se sia possibile che un drone uccida un cittadino statunitense nella stessa America. La risposta è stata logicamente no ma in realtà, oltre alle polemiche che non solo negli Stati uniti accompagnano la politica degli omicidi mirati coi velivoli senza pilota, sono in tanti a interrogarsi sul sistema di sorveglianza anti terroristica che la Cia tiene in piedi e che, oltre a spiare il resto del mondo, classifica e archivia due miliardi di mail al giorno. Ma questo non preoccupa i repubblicani anche se su questa vecchia storia, trama di film, memoriali e thriller, adesso si torna a parlare: l'economista americana di origini olandesi Saskia Sassen ha scritto che l'apparato di sorveglianza è aumentato a dismisura negli ultimi dieci anni e comprende almeno diecimila edifici, un milione di funzionari addetti e circa due miliardi di mail tracciate ogni giorno.

Brennan comunque
ha superato l'impasse al Senato (63 a 34) dopo rassicurazioni ufficiali che i droni non si useranno mai in territorio Usa se non in casi “eccezionali”. E per altro ai repubblicani, il programma non dispiace affatto, specie se ci va di mezzo un “traditore”, come quel Anwar al-Awlaki, leader islamico yemenita nato negli Usa e ucciso nel settembre del 2011 nello Yemen. Da due droni.

Brennan, 58 anni di cui 25 passati alla Cia, già consigliere del presidente per l'antiterrorismo che in quel posto lo voleva dal 2008, è uno dei padri putativi del programma droni: fu il primo l'anno scorso a rivendicarne pubblicamente i successi dal Pakistan alla Libia. Il programma piace al presidente anche se le stime sui civili uccisi sono elevate: secondo un'inchiesta del Bureau of Investigative Journalism, le operazioni dei droni sono migliaia. Solo in Pakistan, nel periodo 2004-2013, i dati raccolti danno un bilancio totale di 362 azioni (310 imputabili all'amministrazione Obama). I morti oscillano tra 2.629 e 3.461. I civili tra 475 e 891 (di cui 176 sarebbero bambini). I feriti tra 1.267 e 1.431. Nello Yemen? Tra 43 e 53 attacchi, tra 228 e 325 civili uccisi tra cui oltre una dozzina sono bambini. L'incertezza sui numeri denuncia la difficoltà di valutare esattamente gli effetti del programma.
Quanto alle ombre sull'ex direttore della Cia (dal settembre 2011 al novembre 2012, quando fu travolto dallo scandalo delle mail rosa), David Petraeus era solo un generale quando andò in Irak ma lì aveva il compito di dirigere tutto, appena un passo dietro al titolare della Difesa Donald Rumsfeld. Come ha rivelato la stampa britannica, Rumsfeld aveva scelto un tal colonnello James Steele, che era stato nelle forze speciali ed era uno “specialista” nelle guerre sporche centramericane, per stroncare con ogni mezzo, e cominciando dai campi di detenzione, soprattutto i miliziani sunniti. Gli fu affiancato un altro specialista: il colonnello in pensione James Coffman. Ebbero soldi e carta bianca e fecero i supervisori di quello spicchio di guerra che fu il più oscuro di tutta l'occupazione. Petraeus era lì. Un'altra macchia sulla sua divisa. E su quella della Cia.

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