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domenica 3 marzo 2013

GRILLO, BERSANI E LE BOMBE DEL GULISTAN

Ho notato con grande soddisfazione che aver postato la foto di un bombardamento italiano di due giorni fa nel Gulistan ha suscitato tantissime reazioni (la ripubblico ingrandita perché è la prima che vedo: mi è stata gentilmente veicolata dall'Aeronautica) segno forse che l'abitudine alla guerra non ha toccato tutti i cuori e le coscienze del mio Paese. Un Paese che, senza nemmeno un decente passaggio parlamentare, ha deciso l'estate scorsa, per scelta del ministro tecnico Di Paola, di armare i nostri caccia in Afghanistan, fino ad allora impegnati in sole azioni ricognitive. La notizia all'epoca di reazioni ne suscitò davvero pochine. Ci fu solo l'Idv a prendere posizione con un'interrogazione parlamentare da cui uscì una conferma: ebbene si, siamo cresciuti, bombardiamo anche noi. Quante volte e con che effetti non è dato sapere. Importante era che ci si abituasse all'idea. Passata sotto silenzio dai maggiori partiti dell'Italia repubblicana, dal Pd al Pdl.

Mi ha scritto un sostenitori del M5S per dirmi che Grillo sulla guerra ha le idee chiare. Ma aihmé anche Beppe Grillo ha passato quelle bombe sotto silenzio. Si certo, sin dal 2002 se non erro ha detto che quella guerra era sbagliata e che bisognava riportare a casa i nostri. Sufficiente? Penso di no. Una posizione simile l'hanno avuta in tanti, articolandola in modi diversi, dall'Idv a Sel, passando per la Lega Nord che, pur essendo al governo, parlò alla pancia del popolino: via dalla guerra, tutti a casa.

Riportare i soldati a casa ormai è solo questione di tempo (entro il 2014 Nato dixit) anche se per ora non si sa con che tempi e con che modi, una delega in bianco lasciata a Di Paola, che decida con comodo. Nessuno, se non uno sparutissimo gruppo di parlamentari (dell'Idv) gli ha mai fatto le pulci. Nessuno, a iniziare dal Pd, ha chiesto chiarezza. Nessuno ha parlato del futuro. Che faremo dopo? E l'Afghanistan lo lasciamo così? E di quelli che temono la guerra civile che facciamo? Diamo loro asilo politico quando saremo tutti tornati a casa? Che facciano pure domanda da Patrasso, dove di solito arrivano a piedi, a un Paese che in materia è piuttosto sordastro.

So di affrontare un argomento così scomodo e negletto da diventare fastidioso. C'è chi ha detto che il pacifismo è roba d'altri tempi. Ma qui non è questione di essere solo pacifisti. Mentre infuria la polemica sul governo, gli Amx partono dalle loro basi e sparano. Non è solo che questo ci costa caro, è che dall'aria si commettono errori da cui troppo spesso non si torna più indietro. Ogni giorno di non governo è un missile in più. Ogni giorno passato a prendere le misure anche. E poi vedremo quando chi andrà a Montecitorio prenderà in mano la matassa. Comincino a dire che gli Amx devono restare a terra. Li facciano tornare a casa prima dei soldati. Spendano una parola sulla guerra più odiosa, quella dall'aria. Chi avrà il coraggio di farlo si prenderà il mio voto. Sono disposto a sacrificare l'ideologia se si salva anche solo una vita umana. Anche se è così lontana che la sua morte non fa rumore. Come le bombe nel Gulistan.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il problema più grosso, che mette in gioco tutto l'afghanistan, è come sai meglio di me cosa succede quando tutte le truppe straniere, i loro aerei e i loro droni, saranno andati via. io penso che queste bombe non fanno che peggiorare le prospettive future, insomma oltre i morti che fanno direttamente ne preparano di altri. perchè qui non è come nel sahara, qui si colpiscono abitazioni, villaggi