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martedì 23 aprile 2013

L'INDIA DI TENEBRA DI MARINA FORTI


Giornalista di vaglia cresciuta a il manifesto (lasciato non senza dolore qualche mese fa) Marina Forti torna nei luoghi che l'hanno sempre affascinata e che più volte ha raccontato sulle pagine del quotidiano per lunghi anni in via Tomacelli. Parte di quei reportage, alcuni dei quali nel cuore profondo del Paese, Marina decide, dopo aver raccontato ne La signora di Narmada i guasti e le lotte ambientali nel subcontinente, di riversarli nel racconto lato di altri guasti e lotte: la guerra infinita che oppone l'India rurale e in parte ideologizzata dei naxaliti a un assalto senza remore alle risorse, ignorando chi vive negli ambiti territori da depredare. Questa passione per i poco raccontati guerrieri del Sud si fa - in Il cuore di tenebra dell'India (Bruno Mondadori, pp 165, euro 16) - passione letteraria che accompagna il lettore in un viaggio che da Conrad media, oltre al titolo, la passione per la narrazione. Narrazione meno fredda di molti reportage di Marina, nei quali lo spazio angusto di una pagina di giornale (la “dittatura” delle battute che ogni giornalista conosce) costringe a mettere in fila le notizie e assai meno i paesaggi, gli sguardi e l'umanità della gente, le mille sfaccettature di un Paese che è in realtà un pianeta con mille volti. Con un salto di qualità nella scrittura Marina torna dunque in India e il libro sembra essere una tappa intermedia a nuovi racconti sul “Paese emergente” di cui conosciamo, quando va bene, solo l'aspetto “shining” (per usare un'espressione cara alla propaganda nazionalista indiana) o quello esotico-orientalista degli ashram. Entrambi assai lontani dalla sua penna.

Domani 24 APRILE alle 17 la presentazione del libro alla Fondazione Basso (dietro al Senato in Via della Dogana vecchia 5) con Junko Terao, giornalista di Internazionale e di Lettera22, e Massimo Loche, giornalista e scrittore

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