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sabato 8 febbraio 2014

Afghanistan, in aumento le vittime civili

Secondo l'ultimo rapporto di Unama, la missione Onu a Kabul, il numero di civili uccisi o feriti nel conflitto armato in Afghanistan è aumentato del 14% nel 2013 rispetto all'anno precedente, segnando un'inversione di tendenza in negativo rispetto al 2011. La relazione annuale 2013 sulla protezione dei civili nei conflitti armati, preparato dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan, documenta un totale di 8.615 vittime civili, con 2.959 morti e 5.656 feriti nel 2013. Le cifre segnano un aumento del 7% delle morti e un aumento del 17% degli infortuni rispetto al 2012.


Il rapporto di Unama, reso noto oggi nella capitale afgana, osserva che, mentre gli ordigni esplosivi improvvisati (Ied) usati da elementi anti-governativi (Age) sono il maggior killer di civili nel 2013, il secondo posto nelle cause di violenza sui civili va attribuito agli scontri tra governativi e anti-governativi, con un numero crescente di civili afgani uccisi e feriti nel fuoco incrociato. Entrambi i fattori hanno guidato l'escalation di vittime civili nel 2013.

Il rapporto chiarisce che in il termine Age ( con sui si identificano gli elementi anti-governativi) include tutti gli individui e i gruppi armati coinvolti in conflitti contro il governo afgano e/o le forze militari internazionali. Comprende cioè coloro che si identificano come talebani ma anche individui o aggregazioni non statali armate che prendono parte direttamente alle ostilità e assumono varie etichette (rete Haqqani , Hezb-e-Islami, Movimento islamico dell'Uzbekistan) o che fanno parte di altre milizie e gruppi armati che perseguono obiettivi politici, ideologici o economici. Tra questi dunque gruppi criminali armati e direttamente impegnati in atti ostili.

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