In verde la provincia di Khyber Pakhtunkhwa. In blu le Federally Administered Tribal Areas, regione che gode di una larga autonomia. E' anche la zona più povera e arretrata del Paese |
Non
sono gli unici episodi di violenza (tre insegnanti sono state uccise
ieri nel distretto di Hangu) che delineano la complessità del quadro
in cui si stanno svolgendo i primi colloqui di pace tra governo e
talebani pachistani. Dopo una prima riunione per stendere i punti
essenziali dell'agenda negoziale, i due team (uno di quattro per il
governo, l'altro di tre autorizzato dal Ttp) si rivedranno oggi
quando forse i colloqui entreranno nel vivo. Ma chi ha voluto vedere
una conferma dei primi frutti positivi del dialogo nei recenti
successi della campagna anti polio (500mila bambini vaccinati nel
Khyber Pakhtunkhwa), proprio ieri nella stessa provincia un team
sanitario è stato preso di mira molto probabilmente da qualche
zelota che segue le fatwa emesse dal Ttp contro le vaccinazioni.
E'
ancora presto infatti per capire se il processo negoziale porterà a
qualcosa e se è effettivamente un passo storico destinato a chiudere
una guerra interna che dura dal 2007, ha ucciso quasi 150 persone
solo dall'inizio dell'anno, e che oppone soprattutto la zona delle
aree tribali (Fata) del Khyber Pakhtunkwa al governo centrale di
Islamabad (ma con rivoli, come si vede, che si estendono in tutto il
Paese). Presto anche per capire se ormai la macchina della violenza
settaria innescata dai talebani, finanziata da interessi occulti e
rinfocolata dalla guerra afgana e dalla democrazia malata del Paese,
non sia ormai diventata così endemica e dispersa in mille
gruppuscoli da diventare incontrollabile persino per il Ttp e i
maulana (mullah) estremisti che sostengono la lotta armata con la
dottrina. Le nubi non mancano.
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