
Se gli americani sono spesso disposti a chiudere un occhio sulle malefatte di chi li governa o dovrebbe difenderne diritti e sicurezza, detestano essere ingannati, fuorviati, presi in giro. E invece così è stato per anni da parte della Cia le cui zone d'ombra erano note ma che adesso sono l'oggetto di un'accusa precisa, documentata e super dettagliata contenuta in un rapporto preparato dal Senate Intelligence Committee, i cui contenuti sono stati rivelati ieri dal Washington Post in prima pagina.
Il rapporto, scrive il quotidiano americano, sarebbe la disamina di gran lunga più completa fatta sino ad oggi del programma segretissimo che fu istituito a pochi mesi del 11 Settembre del 2001, quando l'attacco alle Torri Gemelle creò una diffusa psicosi e la condizione ideale per farlo partire. Il rapporto del Senato americano è stato preparato sulla base di dettagliate ricostruzioni che riguardano decine di prigionieri della Central Intelligence Agency e documenta un «modello di lunga data» nel quale i funzionari si servivano di dichiarazioni infondate e tecniche di interrogatorio «atroci» i cui risultati sono stati alquanto modesti. Lo schema era quello di esagerare la pericolosità dei prigionieri e di metter loro addosso un tale terrore da farli confessare pur di non sottostare a tecniche di interrogatorio ancora più dure.

Il Comitato senatoriale dovrebbe ora chiedere al presidente il permesso di declassificare almeno un sintesi del rapporto che, pur non raccomandando nuove sanzioni ai funzionari della Cia, è destinato a riaprire il dibatto sui metodi e sulla qualità del suo rapporto con le branche dell'esecutivo, come il dipartimento di Giustizia, cui gli 007 americani hanno più volte nascosto la verità o l'hanno raccontata in maniera molto edulcorata. Comitato e Cia si sarebbero del resto già accusati reciprocamente di aver violato i rispettivi sistemi informativi, minacciandosi a vicenda azioni legali dai risvolti penali. E non è tutto. Secondo il Post, le polemiche relative al rapporto potrebbero anche riaccendere una lunga faida che oppone la Cia all'Fbi, la polizia federale che non ha mai mancato di sollevare dubbi sui metodi della centrale di spionaggio nazionale. Alcuni veterani della Cia non hanno infatti mancato di far rilevare al giornale che uno dei principali autori del rapporto è un ex analista dell'Fbi... Un altro pezzo della guerra infinita e ormai non più tanto segreta tra intelligence.

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