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domenica 8 febbraio 2015

Delhi exit pools: Kejriwal ancora vittoriso. La lezione del "Grillo" indiano

Anche questa volta l'Aam Aadmi Party di Arvind Kerjwal ce l'avrebbe fatta nelle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea della capitale, il mini stato dall'Unione senza governo da un anno esatto (Kerjiwal si dimise il 14 febbraio 2014). I dati messi assieme da diverse fonti e riportati da The Hindu dicono che gli exit pools delle elezioni di sabato attribuirebbero tra 39 e 48 seggi al partito anti corruzione (Aam) sui 70 in palio, seguito dal partito del premier Narendra Modi (Bjp) che nelle scorse elezioni (2013) era invece arrivato con un ottima posizione ma non tale da permettergli di formare  il governo della città-stato. Il Congresso, già decimato nella passata tornata (ma col cui contributo Kejriwal aveva potuto avere la maggioranza e fare un governo) esce a pezzi. Altissima l-affluenza al 67%.


La prudenza non è mai troppa ma si può aggiungere che persino una vittoria di misura del Bjp resterebbe una vittoria di Kejriwal che abbandonò il suo scranno da chief minister dopo nemmeno due mesi in contrasto sia col Congresso sia col Bjp che avevano bloccato nel “parlamentino” di Delhi il Jan Lokpal Bill - la legge anti corruzione proposta dagli attivisti della società civile, movimento da cui nel 2012 era nato l'Aap - con una melina molto simile a quella adottata nel parlamento nazionale. Poi Arvind aveva sfidato Modi nelle legislative perdendo clamorosamente.

Sapendo che la sua vera base elettorale è nella capitale, Kejriwal ha chiesto scusa e si è ripresentato risfidando in un certo senso ancora Modi e il suo candidato – l'ex poliziotta e attivista civile Kiran Bedi – ma in un momento in cui Modi è premier e gode di grande consenso. Se è vero quanto dicono gli exit pools la vittoria sarebbe pazzesca perché con solo una trentina di seggi, il Bjp subirebbe una sconfitta bruciante e così le sue politiche: liberiste e identitarie.

Paragonato a Beppe Grillo per la sua battaglia anti corruzione, Arvind ha una marcia in più. Non ha avuto paura di allearsi col Congresso dopo le prime elezioni formando il suo primo governo e la sua battaglia è su un progetto di leggi serie e frutto di una lunga concertazione con la base. La politica, al contrario del comico genovese, Kerjriwal sembra conoscerla bene sia nelle regole sia nelle strategie. Ora restano da vedere i numeri che al Congresso di Sonia Gandhi danno un margine di soli 4 seggi, ossia una presenza praticamente ininfluente. Ma la vera lezione è per l'arrogante premier indiano, forse troppo convinto di essere la persona giusta. Perdere Delhi, come più di un analista ha notato, è perdere un pezzo importante del Paese.


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