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sabato 2 maggio 2015

Governo e talebani: faccia a faccia Doha

Mentre scriviamo non si sa ancora com'è andato l'incontro a Doha, organizzato dall'organismo internazionale canadese Pugwash - di cui è tra l'altro è segretario generale l'italiano Paolo Cotta Ramusino - che vede faccia a faccia - spiega l'agenzia Pajhwok - una delegazione di otto talebani della Shura di Quetta ed esponenti del governo afgano, come il capo dell'esecutivo Abdullah o l'ex capo di stato Karzai (la delegazione talebana è capeggiata da Sher Mohammad Abbas Stanikzai, ex ministro della sanità dell'emirato), sempre che la notizia di queste presenze di rango sia confermata (secondo il Wsj partecipano solo membri dell'Alto consiglio di pace). Ma, va chiarito subito, non si tratta di un passo negoziale concordato – come incautamente è stato riportato ieri forse su suggerimento di Kabul - ma di un incontro su invito di Pugwash, un organismo terzo (come per altro già avvenuto in passato a Parigi o in Giappone e uno, secondo ToloNews, sempre a Doha nel 2012 organizzato sempre da Pugwash). Un seminario insomma. C'è però una differenza sostanziale, ossia l'alto livello della rappresentanza afgana che si gioca dunque la faccia oltreché una carta - che al momento pare l'unica - per avvicinare gli inavvicinabili partner con cui vorrebbe dialogare. I talebani hanno chiarito però che la delegazione partecipa a titolo personale (il che appare una contraddizione) e che alla fine verrà letto un comunicato. Non è un passo negoziale, chiarisce il sito della guerriglia, e non si può parlare di processo di pace.

Quel che è certo è che qualcosa si muove. Non forse a Doha, sede dell'ufficio politico dei talebani, da dove probabilmente la delegazione afgana tornerà con un pugno di mosche, ma tutt'intorno. Tra i talebani - divisi e ora alle prese con Daesh (da cui han preso le distanze con un comunicato che, senza citare il califfato, condanna la recente strage di Jalalabad) e tra le varie anime dell'opposizione armata (all'incontro partecipa anche l'ala militare dell'Hezb-e islami di Hekmatyar). E succede qualcosa tra Afghanistan e Pakistan dove, dopo anni di tensione, i rapporti sembrano più distesi: Islamabad ha dichiarato definitivamente guerra ai talebani pachistani, molti dei quali trovano rifugio in Afghanistan, e in cambio di un aiuto di Kabul ha promesso una mano per dissuadere i talebani afgani – da anni ospiti di rifugi sicuri nelle aree tribali del Pakistan – dalla lotta armata.

Ma di qui a una pace negoziata il passo è lungo. Per ora siamo ai piccoli passi, di cui fa parte anche l'incontro di Doha.



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