![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifwvHcw6qwIXVbd4zKX-d2b4T07iou3TcTDJf66Igo5eLPnnj17Wf0PYL4snRRDBpz8Oa4Pj3WAA3r-7QbWxZkZumursf1dbNR_L_5vYUo-gct949Xew9xlR_F0zjcUkw01Lxgs4F6B-c/s320/silk+road+afgh.jpg)
all'interno del ciclo sulla Via della seta. Un modo un po' anomalo di raccontare di quella lunga strada che lungo 8mila chilometri di carovaniere ci portava fino in Cina e viceversa. Passava per Herat (una delle tante Alexandria) e Kabul, che i cinesi chiamavano Kophen. Ma oggi ci passa altro sulla via della seta. Ci passano le pallottole e le trame del nuovo Grande gioco che proveremo a raccontare.
La sera alle 21 invece, allo spazio Oberdan, di viaggio ce n'è un'altro: quello che Felice Pesoli ha fatto con la cinepresa nella generazione che al piombo preferì i sogni e alle pallottole preferì un altro viaggio: il viaggio all'Eden. Sono contento di aver partecipato al suo lavoro che ha un bel titolo: Prima che la vita cambi noi. Una scommessa che, per quanto mi riguarda, resta ancora aperta.
Nessun commento:
Posta un commento