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sabato 18 giugno 2011

SE LA GUERRA E' TROPPO CARA

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La censura del Congresso sulla guerra libica di Obama si può leggere in tanti modi. Certo non si sbaglia se alla lettura politica si affianca quella economica. Budget alla mano, i quattrini spesi nella guerra al terrore dall'11 settembre in poi hanno infatti superato persino le più funeree previsioni di The Three Trillion Dollar War, il libro di Joseph Stiglitz e Linda Bilmes che stimava il costo reale della guerra in Iraq. Un esercizio che era già costato la carriera al consigliere economico di Bush, Lawrence Lindsey che aveva osato parlare, già nel 2002, di una spesa possibile tra i 100 e i 200 miliardi di dollari.

Stimare il costo della guerra/e, e dunque il peso sul Pil e soprattutto la sua sostenibilità o un equilibrio tra costi e benefici, non è facile, Stiglitz allora sommò le spese derivate da “fonti aperte” ai costi “segreti” e vi aggiunse infine la spesa corrente del Pentagono che, in tempo di guerra, poteva essere considerata una delle voci di bilancio. Ma anche solo leggendo i dati del Crs (il servizio di ricerca del Congresso, considerato autorevole e attendibile anche perché tenuto a essere rigorosamente bypartisan) si impallidisce. Se non sono tre, nelle stime del Crs, il triliardo è ampiamente superato: a marzo 2011, per Operation Iraqi Freedom (Oif), quella per Operation Enduring Freedom (Oef) e Operation Noble Eagle (One, spese per la sicurezza delle basi americane) il Congresso aveva approvato 1,283 trilioni di dollari, il 63% dei quali (806miliardi) per l'Irak, il 35% (444 miliardi) per l'Afghanistan e 29 miliardi per le basi. Tutta spesa militare? Non esattamente: il 94% è andato al Pentagono , il 5% per aiuti e operazioni diplomatiche, l'1% in spesa sanitaria in favore dei veterani. In confronto la Libia sono noccioline.

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