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Abdullah (nella foto di Pajhwok con Ghani) fa di nuovo saltare il banco |
Il sospetto che Abdullah Abdullah e Asharf Ghani, i due candidati alle presidenziali afgane, non abbiano trovato un accordo sulla spartizione futura dei poteri e che il primo si sia sentito messo nell'angolo è forte e chiaro. E sembra più il fallimento di questa trattativa da bassa macelleria diplomatica e nella peggior tradizione del bazar il motivo vero per il quale oggi Abdullah
ha ritirato i suoi osservatori dal processo di revisione delle schede uscite dal voto al ballottaggio e che l'Onu sta monitorando. Nonostante l'intervento di Kerry, le rassicurazioni di Karzai, i cedimenti di Ghani alle sue rimostranze, l'impegno dell'Onu e le pressioni della diplomazia, Abdullah deve aver ottenuto nel futuro governo di larghe spartizioni troppo poco e ancora dunque tira la corda contestando le regole che ha accettato solo qualche giorno fa. La disillusione tra gli afgani, amarezza compresa, dev'essere forte, come dimostra un
sondaggio di ToloTv secondo cui la metà di chi ha fatto clic per dire la sua spera che i due si metteranno d'accordo mentre l'altra metà pensa di no.
Così finiscono per aver ragione i talebani che, sul loro
sito, bollano le elezioni come una farsa. Non basterà questo a far vincere la guerriglia in turbante ma questo basterà a far credere sempre di più agli afgani che le elezioni all'europea sono solo una coperta elastica
che poi si può tirare a piacimento da una parte all'altra prima di spegnere la luce.
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