Vivo o morto? Jalaluddin Haqqani, jihadsita di professione, qaedista per scelta. Amico dell'Isi e dei sauditi |
avviene nella monarchia dei Saud - senza se e senza ma? I dubbi sono tranti e non sono una novità ma un'ulteriore conferma arriva adesso dai "leaks" rilasciati da Wikileaks qualche giorno fa a proposito delle attività diplomatiche di Riad di cui è per ora nota solo una parte. Dai cablogrammi rilasciati - e subito smentiti da Riad - si evince quel che si poteva solo sospettare e cioè che i sauditi hano intrattenuto direttamente rapporti con la Rete Haqqani, la guerriglia afgana più truce e vicina ad Al Qaeda, una fazione che crea seri problemi anche all'interno dei talebani.
Le note diplomatiche non solo ci fanno sapere che Jalaluddin Haqqani - il capo del network terrorista - aveva da tempo un passaporto saudita ma, scrive il quotidiano Dawn: "Uno dei cablogrammi, firmato dall'ex ambasciatore saudita in Pakistan Abdul Aziz Ibrahim Saleh Al Ghadeer, contrassegnato 'RISERVATO, narra l'incontro con Nasiruddin Haqqani, uno dei figli del capo della rete Haqqani Jalaluddin Haqqani. L'incontro tra l'ambasciatore e Nasiruddin, che era l'emissario e responsabile dei finanziamenti del gruppo legato ai talebani, ebbe luogo il 15 febbraio 2012. Il luogo della riunione non è stato menzionato, ma l'ambasciatore era solito avere incontri sia all'ambasciata sia nella sua residenza, che si trovano nella zona franca diplomatica fortemente protetta e sotto gli occhi attenti delle agenzie di intelligence pachistane". Durante l'incontro, Nasiruddin aveva chiesto un trattamento in un ospedale saudita per il babbo. Domanda rivolta via ambasciata a re Abdullah bin Abdulaziz. Jalaluddin, che avrebbe compiuto 62 anni nel 2012, era probabilmente affetto dal morbo di Parkinson. Insomma buoni amici. Sia detto tra parentesi, agli Haqqani il merito di aver introdotto la tecnica del kamikaze nella guerra afgana.
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