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martedì 16 settembre 2008

PRECEDENTE DI FRONTIERA, SE I PACHISTANI SPARANO SUGLI AMICI AMERICANI...




Come per tutte le operazioni “coperte”, la confusione, le smentite, le ipotesi e le mezze verità si inseguono senza dare una quadro di certezza a quanto avvenuto ieri a ridosso della frontiera afgana, in territorio pachistano. Ma quel che è sicuro è che l'alba di questo inizio settimana non sarà dimenticata: ha assistito al primo scontro armato tra truppe del Pakistan e soldati americani, rei di aver violato la sovranità del “Paese dei puri”. Fuoco contro i mezzi militari “amici”, seppur solo per rimandarli indietro. Una notizia che, nonostante le smentite ufficiali, è già un pezzo di storia che a qualche acuto osservatore – sull'autorevole sito asiatico Atimes.com, ad esempio - ha già fatto ricordare i tempi del Vietnam, quando i bombardamenti segreti in Cambogia e Laos, col loro confuso e tragico corollario, segnarono una svolta nel conflitto indocinese.
Militari pachistani “aiutati da elementi armati locali che erano in allerta”, riferivano ieri mattina le agenzie di stampa, hanno aperto il fuoco contro elicotteri americani che prima dell'alba (di ieri) sorvolavano lo spazio aereo pachistano, nelle zone tribali poco oltre il confine. Li costringono a invertire la rotta e tornare verso l'Afghanistan. Più tardi la Bbc riferisce di “nove elicotteri” americani che sarebbero atterrati nello spazio pachistano e l'agenzia News Network International, ripresa poi dalla cinese Xinhua e infine dalle altre grandi agenzie internazionali, cita fonti locali pachistane secondo cui anche caccia statunitensi sarebbero stati avvistati nella zona di Angor Adda. E' quest'ultima un'area particolarmente “sensibile” perché in questo villaggio della tribal belt, nel Waziristan del Sud, si è verificato una settimana fa il primo “sbarco a terra” di truppe americane. Che, in un controverso raid, hanno ucciso almeno venti persone, sollevando un mare di polemiche. Tanto che il capo dell'esercito di Islamabad, Ashfaq Kiyani, aveva detto in un comunicato dai toni durissimi che il Pakistan non avrebbe consentito a truppe straniere di entrare sul suolo nazionale e che la sovranità del paese e la sua integrità territoriale sarebbero state difese a tutti i costi. Detto e fatto dunque, anche se tra le voci “ufficiose”, prevale il racconto di come l'esercito abbia solo sparato in aria. Un avvertimento insomma, ma niente affatto blando.
Non passa qualche ora e arriva però la smentita ufficiale. Sia da Islamabad, sia da Washington....

Leggi tutto nella rubrica "Pakistan" su Lettera22 o sul quotidiano il manifesto.

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