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sabato 7 marzo 2009

IL GIOCO NELL'URNA

La data delle elezioni afgane è ancora incerta. La Commissione elettorale indipendente (Iec) contro Karzai. Verso uno scontro istituzionale?



La data delle elezioni afgane è ancora incerta. Benché la Commissione elettorale indipendente preposta a garantirle si sia espressa due volte per un rinvio di quattro mesi sulla scadenza naturale prevista dalla Costituzione, un decreto presidenziale di Hamid Karzai, il capo di stato in scadenza, ha proposto come ineludibile la data fissata dalla carta costituzionale è cioè la seconda metà di aprile.
Hamid Karzai, alla ricerca di un secondo mandato, ha dalla sua la Costituzione e anche un certo consenso che i sondaggi - benché sottolineino una caduta verticale dell'apprezzamento nei suoi confronti che aveva toccato il picco di nove afgani su dieci - dicono aggirarsi ancora su oltre il 50% del voto futuro. Se la data di aprile venisse rispettata, Karzai, oltre alla Costituzione, avrebbe a favore anche il tempo. Con meno di due mesi per fare campagna elettorale, i suoi oppositori ne avrebbero troppo poco per organizzarsi e creare le reti di sostegno di cui ha bisogno un candidato che sfida il suffragio universale. Ma se dalla sua c'è il tempo e il dettato costituzionale – e buona parte del parlamento – a Karzai manca soprattutto una cosa: il sostegno della comunità internazionale e, in modo particolare, degli americani. Senza queste due briscole, che in Afghanistan muovono le regole del gioco e il denaro necessario a farle girare, non si va da nessuna parte.
Cosa dunque succederà in questo braccio di ferro ancora non è certo anche se la Nato, gli Stati Uniti e la missione dell'Onu hanno già espresso la loro fiducia nel rinvio ad agosto. Il che equivale a sfiduciare apertamente il presidente in carica che potrebbe però essere tentato da una carta rischiosa ma non per forza perdente e cioè resistere. Uno scontro istituzionale molto pericoloso.


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