
Poi, come molte delle geometrie della geopolitica coloniale, fu perenne occasione di contenziosi, ombreggiati dal fantasma del Pashtunistan – terra dei pashtun, un territorio vasto quanto l'Italia - più volte agitato dalla leadership di Kabul e che non dispiaceva a Mosca. Islamabad, alla fine del 2006, voleva addirittura minarla.
Comprendere il lascito di queste alchimie è sempre complicato: a cominciare dalla nascita del Pakistan stesso, un paese creato ad hoc per i musulmani dell'India. E che sembra covarsi in seno le serpi che lo stanno distruggendo. Sia le radici del Pakistan e la sua tragica nascita nel 1947, sia gli effetti perversi della Durand Line, sono lo sfondo di almeno cinque conflitti che si dipanano, con tempi alterni e alterne vicende, lungo la frontiera maledetta: in questi giorni sono i distretti attorno alla valle di Swat che attirano l'attenzione, mentre nell'area occidentale al di là della Durand, in Afghanistan, ogni giorno, più o meno raccontata, si srotola la guerra tra talebani e Isaf/Nato.
Accanto a queste due guerre, ve n'è una terza che si combatte nelle zone tribali pachistane: le aree autonome ad amministrazione federale (Fata) e che contano sette agenzie abitate da pashtun, la cui più nota è il Waziristan, luogo che diede molto filo da torcere anche alla corona di Sua Maestà.

La guerra del Kyber, se si può accettare questa suddivisione in micro conflitti dello scacchiere “AfPak”, è una sorta di nodo di saldatura di interessi diversi: gli aftalebani, il cui obiettivo è liberare il proprio paese, boicottano l'arrivo della macchina della guerra occidentale.

Nel Sud del Pakistan si trova il Belucistan, abitato da popolazioni che sconfinano sia in Afghanistan sia in Iran. Territorio negletto (come le aree tribali) dal governo centrale, il Belucistan è strategico non solo perché asse nevralgico del commercio interasiatico ma, soprattutto, perché i cinesi hanno investito nel porto pachistano di Gwadar, nervo scoperto per l'India, accusata di aver sobillato il movimento indipendentista beluci. Nato negli anni Settanta con ispirazione vagamente marxista, è ora diviso in diversi gruppi e gruppuscoli, alcuni dei quali pericolosamente attratti dai talebani e dall'islam radicale.
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