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La copertina dell'ultimo numero di Hilal, pubblicazione dell'esercito del Pakistan |
I
caccia son partiti poco dopo la mezzanotte: destinazione l'agenzia
del Nord Waziristan, nelle aree tribali (Fata) e in dettaglio le località di
Dattakhel, Shawan, Mir Ali. L'avevano detto, l'hanno fatto. E i rumor
di un attacco militare, se il negoziato tra il governo e il Teheerek-e-Taleban Pakistan (Ttp) fosse fallito, sono diventati il
rombo dei jet che, dicono i bollettini militari, avrebbero colpito i santuari della guerriglia,
uccidendone alcuni capi e distruggendo in parte le basi di comandi "stranieri": uzbechi, turcmeni e tagichi. Il bilancio ufficiale per ora dice che i
militanti morti sono 35 ma le vittime del raid potrebbero essere molte di più. Nell'operativo sono entrati in azione anche elicotteri da combattimento. E' stato il premier Nawaz Sharif ha dare luce verde
all'azione. Ma i militari scalpitavano.
Secondo alcune informazioni, i comandi militari, guidati dal nuovo Army Chief, generale Raheel Sharif (nella foto sotto) mordevano il freno soprattutto dopo aver saputo, qualche giorno fa, della morte di 23 ranger (corpi paramilitari o Frontier Corp), prigionieri del Ttp e giustiziati come ritorsione per sequestri, arresti e uccisioni dei militanti, operativi che effettivamente non si sono mai fermati con l'avvio del negoziato di pace. Così come è successo col Ttp per altro: oltre ai 23 ranger, la guerriglia ha colpito indiscriminatamente negli ultimi giorni (il negoziato era iniziato formalmente giovedi 8) cinema, uffici, abitazioni private, ferrovie. Diverse decine di morti (civili).
Altre fonti però dicono che tutto era preparato sin dal bell'inizio. Che i militari sapevano che il Ttp avrebbe messo a rischio il negoziato e che il suo fallimento avrebbe aperto una finestra per un attacco su larga scala ideato da tempo e che aveva solo bisogno di un pretesto. E' solo un'ipotesi. Intanto, ufficialmente, in queste ore si nega che il raid sia l'inizio di una guerra dichiarata e l'azione viene etichettata per ora solo come “operazione chirurgica”.
Altre fonti però dicono che tutto era preparato sin dal bell'inizio. Che i militari sapevano che il Ttp avrebbe messo a rischio il negoziato e che il suo fallimento avrebbe aperto una finestra per un attacco su larga scala ideato da tempo e che aveva solo bisogno di un pretesto. E' solo un'ipotesi. Intanto, ufficialmente, in queste ore si nega che il raid sia l'inizio di una guerra dichiarata e l'azione viene etichettata per ora solo come “operazione chirurgica”.
Secondo
fonti militari citate oggi dalla stampa pachistana, almeno 70 persone sono
state uccise dal 29 gennaio, quando partì l'appello per il
negoziato. La guerra col Ttp dura dal 2007 e si è fatta sempre più
sanguinaria: dal settembre scorso sono morte almeno 460 persone: 308
civili, 114 militari, 38 poliziotti. Oltre 1200 i feriti.
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