Visualizzazioni ultimo mese

Cerca nel blog

Translate

venerdì 7 febbraio 2014

ISLAMABAD TTP, COMINCIA IL GREAT GAME

Accordo o braccio di ferro? Concluso ieri il primo incontro
tra emissari del Ttp e incaricati del governo di Islamabad
Quel che sapevamo sino a ieri sera, quando dopo 4 ore di colloqui si è concluso il primo round negoziale tra la delegazione formata dal governo di Islamabad e quella autorizzata dal Tehereek-e-Taleban Pakistan, non era molto di più che l'affermazione di un primo piccolo ma significativo successo: i due team si erano incontrati nella Khyber Pakhtunkhwa House della capitale, nella zona Est a ridosso del quartiere diplomatico, e non si erano scontrati subito mandando all'aria il tavolo. Ma oggi, stando alle indiscrezioni delDawn, sappiamo anche che i negoziatori del ttp sarebbero stati autorizzati – il condizionale è d'obbligo, come si usa dire – a discutere di un possibile cessate il fuoco. Condizionale messo subito in discussione da una serie di distinguo dei negoziatori pro talebani, prima ancora del cessate il fuoco, sul dialogo stesso. Ma anche questo può fra parte del gioco.


Conclusasi con una conferenza stampa senza domande, la maratona di ieri sembrava non esser stata molto di più di un primo fruttuoso scambio di convenevoli. La parte governativa aveva ribadito che i colloqui si sarebbero svolti nel quadro della Costituzione pachistana e la parte in rappresentanza dei talebani (la formazione dei team si può leggere qui) aveva manifestato l'intenzione di incontrare sia Nawaz Sharif sia altri importanti personaggi dell'establishment, come il capo dell'esercito dell'Isi, i servizi segreti del Paese. Il governo sarebbe propenso ad accettare.

Secondo le fonti del giornale, Qari Shakeel, che fa parte del comitato del Ttp che supervisiona l'operato del terzetto di negoziatori (uomini vicini al Ttp ma non inquadrati nella guerriglia talebana) avrebbe dato mandato ai negoziatori di affrontare il tema del cessate il fuoco in cambio di garanzie sulle operazioni militari (di cui si è parlato come possibilità nei giorni scorsi). Nello specifico, che il governo fermi altri spostamenti di truppa nelle zone sotto osservazione (le aree tribali al confine con l'Afghanistan), cosa che darebbe adito a pensare a un'imminente prova di forza. Anche su un altro punto, cosa su cui si era già speculato prima dei colloqui (i primi tra governo e guerriglia) Shakeel avrebbe dato mandato al terzetto: entrare nel vivo di una trattativa sui prigionieri. I talebani ne hanno diversi, il governo avrebbe invece in mano 800 militanti (la truppa) e oltre una quarantina di grossi calibri. Siamo dunque ben oltre la “road map” che la prima riunione avrebbe dovuto produrre e che ieri, in un comunicato congiunto dei due team, aveva soprattutto chiarito quadro e legalità dell'incontro su cui le due parti avevano comunque avanzato una serie di richieste: i talebani per sapere quale in effetti fosse il potere reale del team scelto da Islamabad; i governativi per sapere bene ruolo e obiettivi del comitato di 10 membri scelto dal Ttp per supervisionare il negoziato. Si entra dunque nel vivo, con alcuni punti da chiarire e molti nodi aperti: al momento il negoziato sembrerebbe riguardare soltanto l'area tribale ma in realtà il movimento talebano si spinge sino al Punjab e nel Sindh o nel Belucistan. Nel movimento stesso esistono diverse anime ed è facile che i contrari al dialogo violino il possibile cessate il fuoco. Infine, la guerra interna col Ttp dura ormai dal 2007 e con migliaia di morti come bilancio; non sarà facile chiudere la partita in un breve lasso di tempo. C'è poi anche un fattore internazionale: sul fronte talebano gioca anche il lato afgano: gli afgani potrebbero prenderne esempio per il loro Paese ma anche remare contro il processo in Pakistan. Sul fronte pachistano c'è l'incognita Stati Uniti. Si asterranno da colpire con i droni nel momento in cui una parte dei talebani dimostra di essere disposta a ceder qualcosa?

Nessun commento: