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giovedì 8 gennaio 2009

LETTE SUI GIORNALI




Tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009 parecchi nodi sono venuti al pettine sulla stampa locale e su quella internazionale. Un grande tema sono le elezioni che si dovrebbero tenere tra quest'anno (presidenziali e consigli provinciali) e l'anno prossimo (parlamentari). La polemica infuria. C'è un problema di registrazione degli aventi diritto nelle aree a rischio, ma c'è anche chi accusa il presidente di voler un rinvio per questini di campagna elettorale. Altra grande questione interna, la corruzione in un paese dove lo state-building fa passi piccolissimi con effetti nefasti sul. consenso popolare. La polemica si trova sui giornali afgani come su quelli internazionali .

Sul piano militare invece il tormentone sul surge, nebulosa strategica americana per l'Afghanistan da corroborare con 20 o 30mila soldati americani freschi entro l'estate. Il Kabul Times, giornale governativo, sposa l'idea delle milizie tribali facendo riferimento alle Arbakis (o Arbakai), ma il piano continua a destare critiche e preoccupazioni, tanto da costringere l'ambasciata americana a Kabul a una precisazione: non verranno armate ma potranno utilizzare le armi che già possiedono

Le notizie buone, come sempre, latitano. Ma qualcuna si trova: è andato bene l'incontro del 6 gennaio tra il presidente pachistano Zardari e Hamid Karzai, nella prima visita ufficiale del neo capo dello stato del Pakistan, seguito dal suo ministro degli Esteri. E, infine, la stampa tedesca da notizia di una futura orchestra filarmonica prossima ventura a Kabul. Il merito è di un musicologo afgano, Ahmad Sarmast , di cui Asia Maior pubblica il progetto col quale il maestro afgano intende rilanciare la musica tradizionale nazionale e non solo.
Oltre la guerra dunque anche una bella idea che nutre l'anima anziché distruggerla

La nota sulla stampa afgana e internazionale fatta sulla base delle segnalazioni di Asia Maior "Dossier Afghanistan"

domenica 25 maggio 2008

LA ZANZARA PUNGE ANCORA


Memorie personali e memoria di un'epoca, il giornale d'istituto che fece scandalo torna a farsi vedere. E si potrà leggere il 28 maggio comprando il Corsera edizione milanese o l'Europeo

* * *


Nel novembre del 1967 iniziò in Largo Gemelli a Milano l'occupazione dell'Università cattolica. Di solito si fa risalire a quell'episodio l'inizio del Sessantottto. Ma in realtà il segno dei tempi era di ben prima: del 1966 quando, al Liceo parini di Milano, un'austera costruzione di epoca fascista che aveva fama di qualità e rigore e che, tolti i rari proletari di Brera, accoglieva i figli migliori della spocchiosa borghesia milanese, accadde il fattaccio: il giornale d'istituto – La “Zanzara” – aveva pubblicato un'inchiesta sul sesso. Apriti cielo: l'Italia clericale e perbenista, permeata del confortante italian way of life democristiano era insorta e aveva bacchettato quell'uscita del 12 febbraio 1966 sul terzo numero del giornalino nato nientemeno che nel '45, dopo la Liberazione.
Negli anni Sessanta la Zanazara non era l'unico giornale che circolava. Io, che al tempo frequentavo la seconda media proprio al Parini, nemmeno ne sapevo nulla ed ero invece rimasto molto attratto dal giornale dei situazionisti che mi piacevano più per il piglio anarcoide che non per la “società dello spettacolo” raccontata su quei fogli sconclusionati pieni di colori spezzettati e di assemblaggi grafici che poi in parte avrebbe ripreso “Re Nudo”, la pubblicazione dell'“ala mistica” del movimento nata qualche anno dopo. Ma della “Zanzara”, se non me n'ero accorto io troppo preso dai mie drammi adolescenziali passati a guardare da lontano le ragazze del liceo (le medie stavano nell'edifico accanto) e a mangiare i gelati del signor Nencini (un toscano incazzoso che vendeva coni artigianali a 30 lire l'uno), ben se ne accorse la quieta borghesia milanese. Strali, fulmini e saette.
All'epoca la Zanzara era diretta da Marco De Poli che se n'era uscito coraggiosamente pubblicando l'inchiesta “Che cose ne pensano le ragazze d'oggi?”, dibattito tra studenti sulla sessualità coordinato da Marco Sassano, che poi diventerà un brillante giornalista, Claudia Beltramo Ceppi e lo stesso De Poli. Perché me lo ricordo proprio adesso?
Il giornale di allora esce il 28 maggio come “panino” del Corsera di Milano e come inserto dell'Europeo. Esce in due parti: una è la copia anastatica della “Zanzara” di allora, una è la “Zanzara” di oggi, che esiste ancora e non ha perso il gusto di pungere visto che di nuovo si parla di sesso, anzi di omosessulaità, visto che i tempi son cambiati e l'amore tra uomini e donne (che cos'è poi il sesso se non una forma dell'amore?) non fa più scalpore (quello tra uomini o tra donne invece si come si evince dall'arretratezza italiana in materia).
Come finì la storia allora? Lo “scandalo del Parini”, come titolarono i giornali, finì in tribunale anche se poi i tre studenti e il preside vennero assolti. Due anni dopo, il 6 marzo del 1968, il Parini sarà il primo liceo in Europa ad essere occupato (verrà sgomberato dalla polizia due giorni dopo). La “Zanzara” smise le pubblicazioni ma adesso eccola che ritorna. Ci sono le firme di allora (lo stesso De Poli o Giorgio Cerquetti, un'animatore all'epoca e oggi della famosa “ala mistica” del movimento che qui racconta una bella idea di scuole in India gemellate e finanziate da altrettanti licei italiani) e qualche novità che invita ad andare in edicola il 28.
Per una volta, il gadget, anziché essere uno shampoo, un dvd con le canzoni di Endrigo, o un inserto dell'Enciclopedia della storia del baco da seta, è una vecchia gloria degli anni Sessanta. Il vero inizio del Sessantotto. Per chi, come me che pure abitavo di fianco, se lo fosse perso.