Torno nella capitale afgana dopo diversi mesi di assenza e proprio nel giorno in cui inizia il voto di ballottaggio per scegliere tra Ashraf Ghani e Abdullah Abdullah. La sfida è interessante non solo come prova della maturità del sistema elettorale (che finora se l'è cavata bene) ma anche per capire chi e come vincerà la partita. Nelle ultime settimane abbiamo visto diversi cambi di casacca: Rassoul, candidato di Karzai (era il suo ex ministro degli Esteri), sostiene Abdullah ma a sorpresa uno dei fratelli del presidente (Qayum, il più potente) ha scelto Ghani mentre un altro si è schierato con l'uomo dell'ex Alleanza del Nord. Stessa cosa per i fratelli del Leone del Panjshir, Shah Massud: uno con l'ex braccio destro del leone, l'altro con l'ex funzionario della Banca Mondiale. E poi tutta una pletora di personaggi, mullah, assemblee di villaggio che si sono dichiarate per questo o per quello. Interessante il gioco del presidente: si potrebbe dire che, per non restare appeso, abbia pianificato una strategia che in qualche modo lo mantiene in carreggiata avendo, in un certo senso, appoggiato entrambi i candidati...
La comunità internazionale? Preferirebbe (almeno apparentemente) l'educato e istruito Ghani ma anche Abdullah è ben visto: c'è chi dice che sia più facile da manovrare. Infine, cosa che pochi sanno, Ghani ha avuto il sostegno informale di molti ex comunisti (parchami e qalqhi) che vedono in lui il progressista che non pensa l'Afghanistan in chiave etnica. Ma in questo Paese, ormai, la parola comunista è una brutta stimmata....
Intanto - mentre arrivano le prime fotografie della gente che attende l'apertura dei seggi - la città più impostante del Paese si prepara e schiera a difesa dei seggi ben 26mila tra soldati e poliziotti. Non è infatti escluso un colpo eclatante dei talebani e proprio la capitale potrebbe essere l'obiettivo prediletto... In giro per il Paese, l'apparato di sicurezza ha previsto 400mila uomini. La Nato resta confinata nelle caserme ma pronta a intervenire se chiamata dall'esercito nazionale
Alle 16, a seggi chiusi, i primi bilanci e commenti: affluenza buona anche se inferiore al primo turno, pochi incidenti (anche se vi sono stati oltre 40 morti solo tra i civili*), atmosfera tranquilla. A Kabul, dove mi trovo, la città è come nei giorni di festa: di più, nemmeno un negozio aperto e circolazione vietata. Molti posti di blocco ma la sensazione che tutto sia andato più che bene a parte un razzo sparato in mattinata dalle montagne che circondano l'aeroporto.
* Secondo l'agenzia Pajhwok (aggiornamento di sabato sera) 49 civili, 29 tra le forze di sicurezza, 176 militanti
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