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mercoledì 18 gennaio 2012

LA SCARSA LOQUACITA' DEL GOVERNO ITALIANO

ALLA VIGILIA DELL'ARRIVO di Karzai in Italia, il ministro della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, ha spiegato che a fine 2013 ci saranno le prime riduzioni del contingente italiano impegnato in Afghanistan, attualmente composto da 4.200 militari. Nella fase di transizione verso il passaggio della responsabilità del territorio alle forze di sicurezza afgane ''saranno possibili colpi di coda'' da parte degli insorgenti e quindi rischi per i soldati italiani, ha detto ancora - riferisce l'Ansa- il ministro nella sua informativa alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Senato e Camera.

Insomma ecco il calendario. Via qualche soldato a fine anno. Quanto, come, in che modo? Si vedrà. Un po' poco in un momento in cui sarebbero necessari segnali forti tra cui una riduzione del contingente un po' più numerosa. Ma Di Paola non è l'unico taciturno nel governo Monti. Quest'ultimo non si è ancora sbilanciato sul conflitto. E anche il ministro Terzi è poco loquace. Noi ad esempio cosa pensiamo del negoziato coi talebani? Che ruolo possiamo, vogliamo giocare? Come gestiremo la transizione? Per ora l'unica cosa che è nota è che presteremo dei soldi a Kabul per rifare l'aeroporto di Herat. E anche su questo siamo stati molto riservati.

Ogni settimana butto un occhio sul sito del Ministero dello sviluppo economico e guardo alla voce "Afghanistan": ma ci trovo sempre, come ultima news, quell'intervista del mio amico Fausto Biloslavo all'ex ministro Paolo Romani. Un po' pochino anche su questo fronte,

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