Visualizzazioni ultimo mese

Cerca nel blog

Translate

giovedì 2 maggio 2013

AFGHANISTAN: MI RITIRO MA INTANTO SPARO, ANZI BOMBARDO

Herat, 02 maggio 2013 – Con un’unica vasta operazione congiunta che ha visto sul campo uomini e mezzi di diverse unità dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare in forza al Regional Command West (RC-W), i militari del contingente italiano di stanza a Herat hanno inferto nei giorni scorsi un duro colpo all’attività degli insorti distruggendo tre distinti ripetitori radio nella provincia di Farah, nella parte sud della regione sotto responsabilità italiana”. Comincia così il bollettino inviato oggi ai giornalisti dall'ufficio stampa difesa di Herat. Dunque ancora bombardamenti aerei, come si vede nella foto allegata.




A detta dei militari italiani questa apparecchiature erano nascoste “in una vasta area tra i picchi di alcune montagne rocciose”. Due ripetitori sono stati distrutti “attraverso il fuoco diretto dei cannoni a canne rotanti da 20mm di quattro elicotteri A-129 ‘Mangusta’” e dopo che “due elicotteri NH-90, prima di autorizzare l’apertura del fuoco, hanno confermato la posizione degli apparati e verificato che non vi fosse la possibilità di danni collaterali (zero civilian casualties: nessuna vittima civile)”. Rassicurante.

C'è anche un terzo ripetitore radio distrutto “mediante l’impiego di armamento a guida GPS impiegato da una coppia di velivoli AMX in forza al Task Group ‘Black Cats’ della Joint Air Task Force (JATF) dell’Aeronautica Militare”. Per dirla in due parole, gli Amx sono i nostri caccia (che hanno sostituito i Tornado) spediti in Afghanistan allo scopo di operazioni ricognitive. Poi sono stati armati e da questa estate sparano. Rassicurante?

La Difesa chiosa: “L’operazione rappresenta un felice esempio di coordinamento delle diverse capacità che il contingente italiano è in grado di esprimere sul territorio, al fine di rendere più sicura l’area e accrescere la fiducia della popolazione locale nell’abilità delle forze di sicurezza di contrastare la criminalità e gli insorti nell’attuale delicato periodo di transizione”. In una parola, i locali sono felici di questi bombardamenti, come si evince dalle manifestazioni di piazza o dalle rimostranze del governo afgano quando aihmé ci va di mezzo qualche civile. Ma qui pare che non sia il caso. Felice esempio di coordinamento. Assai rassicurante.

Nessun commento: